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Un libro pensato e scritto per strada, in treno, durante una passeggiata, di notte, quando la mente è più libera. Tre avvocati (l'autore dell'opera e due colleghe) instaurano un giudizio che ha lo scopo di far valere il divieto di ricoprire per la terza volta consecutiva l'incarico di consigliere dell'Ordine Forense senza personalizzarlo, ma elevando il processo a luogo di tutela di valori e principi che vanno al di là dei singoli. Tre sole persone che hanno avuto il coraggio di andare controcorrente all'interno di un piccolo foro locale e, nonostante tutto e tutti, vincono trovandosi al centro di una battaglia più grande di loro, che avrà risvolti nazionali. Il processo che nasce si rivelerà complesso e stimolante fino ad approdare innanzi alla Corte Costituzionale, la cui sentenza n. 173/19 che ne deriverà segnerà un passaggio rilevante nella storia dell'avvocatura. Alla narrazione sul processo se ne affianca una altra, quella dell'autore che si guarda allo specchio e parla di se stesso e dei sentimenti che contraddistinguono la sua vita durante la vicenda giudiziaria: un libro nel libro. Al centro l'inscindibile connubio troppo spesso ignorato fra umanità e diritto.